Lavorare per biblioteche, università, enti di formazione implica una certa attenzione ai dettagli, un background scientifico di tutto rispetto, un pedigree accademico certificato. Ma soprattutto significa ricostruire immagini grosse come francobolli per rendere dignitoso il proprio operato, altrimenti somigliante ad un grosso quadro cubista fatto di enormi pixel rasterizzati alla boia d’un Giuda. Questa è la giusta premessa che ha portato al parto di Scienza Creativa, un evento ideato dalla Biblioteca Delfini di Modena, UNIMORE e Inco.Scienza, associazione di divulgazione scientifica la quale, suo malgrado, vede me trai suoi membri. Ma proprio ad essa devo questa opportunità, e soprattutto grazie ad essa da un po’ di tempo sto iniziando a dare un contributo semi-concreto al Mondo, producendo grafiche tragicomiche per la sua comunicazione e tentando di prodigarmi nell’organizzazione di eventi assieme agli altri ragazzi dell’associazione. Ciò detto, la cosa bella del progetto non sono stati tanto i miei poster, quanto la montagna di bambini arrivati nell’aula della biblioteca per approcciarsi alla scienza con piccoli esperimenti e tanta curiosità, il ché è la ragione principe per la quale ho deciso di votarmi alla causa della conoscenza e dell’ecologia da un paio di anni a questa parte (mentre scrivo rammento d’aver dimenticato l’acqua del tè a bollire un intero pomeriggio sul fornello…Dio ne terrà certamente conto). In tutta onestà è davvero bello potersi pensare in minima parte responsabili della loro curiosità, l’idea di fornir loro uno strumento attraverso il quale comprendere al meglio i misteri della scienza è uno stimolo per me, mi spinge a pensare di dover fare qualcosa che va oltre la bellezza ma riesce a coniugarsi al meglio con la chiarezza dei contenuti. Per fare ciò ho tentato di creare poster molto ricchi sul piano fotografico, con didascalie dettagliate capaci di tener conto sia delle considerazioni mossemi dai professori universitari responsabili, sia della necessità di chiarezza visiva richiesta indirettamente da un target molto abituato a vedere un concetto prima ancora che a comprenderlo in maniera astratta.
Proprio sull’astrazione ho lavorato per dare vita al “logo” da cui poi si è andata a sviluppare tutta l’identità visiva dell’evento, cercando forme e colori di massima semplicità per indicare le quattro discipline di indirizzo presenti all’evento.
Più mi addentravo nel progetto più mi rendevo conto di quanto in realtà fosse complesso organizzare in maniera comprensibile e semplice della comunicazione per bambini in ambito scientifico, e di quanto fosse arduo riuscire a dare un aspetto gradevole ed uniforme alla mole di contenuti che mi venivano sottoposti. Ma spero alla fine di aver dato il mio piccolo contributo per accendere una scintilla di curiosità nella mente di questi piccoli diavoletti chiamati bambini.